Tratto da: http://bicicloide.blogspot.it/2012/11/registri-reparto-corse-bianchi.html su gentile concessione di Paolo Amadori
di Carlo Delfino
Esistono personaggi che con il loro spessore hanno caratterizzato il “periodo d’oro” del ciclismo, anni ricchissimi di corridori, di storie, di personaggi che ancora oggi incantano con la loro freschezza. Uno di questi è stato senz’altro Giuseppe de Grandi, torinese classe 1908, il più noto meccanico del ciclismo del dopoguerra. Conosciuto anche come “Pinella”, fu soprannominato da Monsieur Goddet “pinza d’oro” quando lo stesso “Patron”, durante il Tour del 1949, fu testimone di un cambio di tubolare a tempo di record in favore di Fausto Coppi.
Il sodalizio Coppi-Pinella portò la Bianchi a risultati straordinari dal Giro e Tour del 1952 al Giro e Mondiale del 1953.
In pista Coppi e Pinella in una riunione primi anni ‘50
Coppi in Pista Copenhagen 1949
I quattro Registri Bianchi Reparto-corse ritrovati (Archivio Pinella)
Registro Bianchi Reparto corse – pagina interna (Archivio Pinella)
Dalle annotazioni a margine dei registri ritrovati, si evince che l’ultimo telaio costruito da Valsassina fu il n. 116903 del 1947, il primo costruito da Luigi Gilardi fu il n. 116904 sempre del 1947.
Registro Bianchi Reparto corse – pagina interna (Archivio Pinella)
Fra i tanti reperti giacenti nella valigia, contestualmente ai Registri del Reparto Corse Bianchi, ci sono alcuni fogli dattiloscritti con la traduzione di un’intervista che un giornalista francese (non menzionato) fece a Pinella De Grandi dal titolo: “Quello che dice Pinza d’oro”. Nel corso dell’articolo si legge: “…. Pinella De Grandi mi ha parlato sovente di Fausto Coppi, suo campione e suo amico: “E’ esigentissimo per quanto riguarda la manutenzione del materiale, – mi disse – ma il suo modo di ammirare la bicicletta ogni mattina, con tenerezza, questo suo modo particolare di verificare fino nei minimi particolari, di riscoprire ogni mia “trovata”, mi compensa di qualsiasi sforzo …”
Coppi nel 1954 sull’ammiraglia Bianchi, Tragella
All’interno della valigetta ci sono fra le altre cose due diari di appunti con indicazione dei rapporti usati dai corridori e con note tecniche come la cura, la pressione dei tubolari, le condizione del tempo, le forature… insomma un’ immensa quantità di notizie che ci aiutano a capire come si correva allora su strade non certo lisce come oggi. Vengono riportate altresì brevi note sulle corse in linea, mentre per i Giri e i Tour compaiono indicazioni di tutte le tappe. I due diari vanno dal Giro del Veneto del 1934 al Lombardia del 1958. Un appassionato che sfoglia quelle paginette ingiallite rischia di avere un “orgasmo ciclistico”.
nella squadra degli aquilotti. Una delle prime sette biciclette costruite per lui.
Nonostante la giusta riservatezza, in anteprima siamo riusciti a conoscere alcuni temi del volume:
1. I Registri del reparto Corse Bianchi – importanza di un ritrovamento
2. Schede tecniche relative a 14 biciclette Bianchi di Fausto Coppi con schizzi, dati
tecnici e dettagli fotografici;
3. I modelli di Produzione Bianchi legati alle imprese del Campionissimo:
Folgore, Parigi-Roubaix – Tour de France – Campione del mondo;
4. I segreti di “Pinella”
Gli autori Paolo Tullini e Paolo Amadori al centro Alberto Masi – Vigorelli Milano
Amadori può inviare autentica notarile delle biciclette usate dai Campioni indicate nei Registri.