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Negli anni 40 Coppi usa telai Legnano taglia 61.5

Coppi con la sua Legnano prima della guerra. Osservare il supporto manubrio, la serie sterzo e i tubo sterzo.

 

 

Passato in Bianchi, userà telai taglia 61.3 fino ai primi anni 50 quando scenderà a 61 e via via fino ai 59 delle bici del 1959.

La Nulli del 1945 è taglia 61.

Sappiamo dai libri e dalle testimonianze dell’epoca che Coppi ebbe da Nulli una bici da pista che portò a Caserta e usò per allenarsi nella pista intorno all’accampamento (i suoi commilitoni prendevano i tempi e scommettevano nel miglioramento a ogni tornata). Sappiamo che Coppi in questo periodo parteciperà a competizioni e eventi su pista in zona romana.

Al suo ritorno a Castellania e dopo essere stato assunto da Bianchi, Coppi si allenerà con bici a pignone fisso. E’ probabile che abbia maturato questa decisione  dopo i suoi allenamenti a Caserta con bici da pista.

Un passo indietro. Dopo il 25 aprile Coppi lascerà Caserta e con un rocambolesco viaggio tornerà a casa. Fino al suo ritorno non parteciperà a competizioni su strada.

Nel libro “Viva Coppi” di Filippo Timo si legge che Coppi, al rientro da Castellania insieme al fratello Serse, porterà la sua vecchia Legnano che verrà ridipinta con i colori Nulli. Solo al fratello Serse verrà data una bici dal costruttore romano. Questo potrebbe spiegare il motivo per cui si trovano solo foto di Copi con la bici da pista e non con quella da strada. Cosa curiosa perché se un piccolo costruttore come Nulli avesse avuto Coppi in squadra avrebbe voluto pubblicizzare foto della propria bici col campionissimo. Il fatto che non gli avesse davvero dato una sua bici e che la Legnano sebbene riverniciata fosse riconoscibile (nodo sella particolare) spiegherebbe questa strana riservatezza e la mancanza di foto pubbliche.

Tornando alle caratteristiche della bici rinvenuta:

Prima della guerra si usavano cambi a due stecche che funzionavano con forcellini da 15 denti. Durante il periodo bellico non ci sarà sviluppo di nuovi componenti. Nel 1945, subito dopo la guerra, per la difficoltà a trovare componenti, le bici erano realizzate con i resti di magazzino e il poco disponibile.

Nel 1946 nasce il cambio “Corsa” di Campagnolo, sostanzialmente il cambio a due stecche nella sua ultima evoluzione, riconoscibile per la forma delle palette e per la scritta.

A fine anni 40 nacquero forcellini prima a 17 poi a 19 denti usati per l’evoluzione del cambio “Corsa”: il cambio “una stecca” che prenderà il nome Paris Roubaix nel 1950, dopo la vittoria di Coppi nell’omonima gara.

La bici Nulli monta un forcellino molto lungo, il foro tra i due supporti verticali (il triangolo superiore che si innsta nel fodero obliquo destro) appare simmetrico rispetto alla battuta dentata, come nei forcellini Roubaix.  Dalle foto non si riescono a contare i denti,  17 o 19. In ogni caso la forma e il numero certamente superiore a 15  la data, rispettivamente,  1946 o 49 come minimo. Se fosse stata prodotta nel 45, per i motivi indicati sopra dovrebbe averne uno da 15 e montare un cambio due stecche precedente il Corsa.

Nella testimonianza che il venditore della bici ha riportato alla SS Lazio la bici sarebbe stata aggiornata nel tempo.

Se la bici fosse stata aggiornata nel 1949, epoca in cui Coppi ha vinto Giro e tour usando una Bianchi montata Simplex, sarebbe stato adottato un forcellino Simplex, molto più avanzato del Corsa (tra l’altro si tratta di un adattamento molto comune in quegli anni). Se fosse stata adattata dopo il 50 avrebbe montato un cambio Roubaix a 19 denti. Se l’aggiornamento fosse successivo al 1952 monterebbe un forcellino per cambio Gran Sport (senza denti).

Non si spiega il motivo di una sostituzione del  forcellino originale a 15 denti con uno da 17 (o 19). Sullo stesso poi sarebbe stato montato sostanzialmente lo stesso cambio, essendo il Corsa (presente solo in parte sulla bici ritrovata, comunque successivo al 1946) sostanzialmente uguale come funzionalità al precedente “Due Stecche”.

Nel 1945 i passaggi guaina erano esterni. Bianchi, che aveva le officine più avanzate all’epoca, monta i passaggi interni solo dopo il 47. I passaggi esterni vengono usati in modo diffuso a fine anni 40.

Un adattamento comporta foratura del tubo orizzontale, brasatura dei fori e comporta la  riverniciatura del telaio.

 

La colorazione del telaio è diversa rispetto al pista dello stesso anno che si vede nella foto con Coppi (senza fiamme cromate). La bici pista non ha il badge sul tubo di sterzo.

Nelle poche foto che si trovano della bici da corsa la testa di sterzo non ha cromatura ma è verniciata.

Durante la guerra anche i produttori che avevano sempre cromato parti delle proprie bici, per economia e mancanza di materie prime, stagnano le parti. Una bici del 45 interamente cromata, fatta da un piccolo artigiano è alquanto improbabile.

La serie sterzo visibile sulla bici corsa Nulli del 45 è tonda, quindi non è una Magistroni esagonale.

Infine, analizzando le foto, si nota che sul fodero destro manca vernice solo su un punto. In quel punto non batte il cambio due stecche (che ha il supporto molto più in basso, punto dove si consumano i telai che lo montano). In questo si vede la parte consumata in modo analogo a come accade sulle bici che montano il cambio “Una stecca” o “Roubaix”.

Galleria con le foto della Legnano di Bartali del 47. Si notano il caratteristico nodo sella, il passaggio cavi interno, il cambio Corsa con il fodero consumato nel punto di contatto col telaio, più in basso rispetto alla Nulli,  il forcellino a 17 denti (ricordiamo che il cambio Corsa è disponibile alla massa proprio dal 47).

 

Riassumendo.

La bici rinvenuta avrebbe conservato solo il telaio originale, che non è della taglia usata da Coppi.

A questo sarebbero stati sostituiti i forcellini e montato un cambio del 46.

Forato il tubo orizzontale, brasato, ri-cromato, riverniciato.

Sostituiti la serie sterzo, manubrio, ruote.

Il tutto da un anonimo gregario di Coppi che quindi sapeva di chi fosse la bici che l’avrebbe rivenduta dopo decenni riportando questa storia solo a colui che l’avrebbe acquistata per poi proporla al Laziowiki con un’email (come riportato sul sito della SS Lazio).

 

Il rasoio di Occam  ci dice invece che più probabilmente la bici è almeno del 1949, fatta da un artigiano con pochi mezzi, montando un normale forcellino a 17 denti e un cambio Corsa, una serie sterzo Magistroni e componenti usuali per il periodo. La bici è comune, ha congiunzioni non belle e con lavorazione dozzinale. L’unica cosa in comune con Coppi, una taglia grande,  ma non quella usata dal Campionissimo nello stesso periodo.

 

18 January 2019

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