photo source: https://wilier.com

Registro Wilier Triestina a cura di Antonio

wilier@registrostoricocicli.comseguici_su_facebook_logo

Benvenuti sul Registro Wilier Triestina. Se desiderate contribuire e iscrivere la vostra bicicletta, vi invitiamo a leggere la nostra guida su requisiti e modalità, e a scriverci all’indirizzo e-mail wilier@registrostoricocicli.com, la registrazione è gratuita. Per presentare le vostre bici, discutere o richiedere informazioni di carattere generale, contattateci sul Gruppo Facebook Wilier Triestina RSC. Assistenza e informazioni via e-mail sono riservate ai soci tesserati.

Cenni Storici

W

ilier Triestina fu tra le prime marche italiane produttrici biciclette, ed è ad oggi una delle più antiche ad essere ancora attiva, anche a livello professionistico. A ricostruirne le vicende ci aiuta, per fortuna, l’azienda stessa, fornendo informazioni dettagliate che ne ripercorrono la storia1. Una storia lunga e ricca, intimamente intrecciata con i numerosi eventi politici e sociali succedutisi dall’inizio del XX secolo. Volendo semplificare, possiamo suddividerla in tre periodi principali: dai primi del ‘900 fino alla seconda guerra mondiale, gli anni del dopoguerra e la nuova era a partire dal 1970 fino ad oggi.

Tutto nacque nel 1906 per opera di Pietro Dal Molin2, commerciante e artigiano di Bassano del Grappa. Era l’inizio del nuovo secolo, un’epoca segnata da cambiamenti profondi nella scia della rivoluzione industriale, in una società in cui la bicicletta, ancora appannaggio di pochi, si affermava in maniera crescente, trascinata ormai dalle prime competizioni ufficiali. Dal Molin ne intuì il potenziale e decise  di lanciarsi nella fabbricazione di cicli, acquisendo a tal proposito un marchio inglese in difficoltà, semisconosciuto, che di nome faceva Wilier. L’intuizione fu giusta, le biciclette piacquero e la produzione crebbe gradualmente, cosicché dopo quasi dieci anni dalla creazione della fabbrica, Dal Molin poteva vantare ormai un’attività a scala industriale e ben avviata. Inevitabilmente, con lo scoppio della prima guerra mondiale la produzione subì un rallentamento, senza però arrestarsi. L’azienda riuscì anzi a giungere alla fine del conflitto in condizioni che ne permisero il rilancio. Mario Dal Molin prese le redini dell’azienda, succedendo al padre Pietro e dando vita alla ‘Ciclomeccanica Dal Molin’. Gli affari continuarono a prosperare negli anni seguenti e l’azienda riuscì a superare anche i difficili anni della seconda guerra mondiale, nonostante i danni subìti dai bombardamenti. Quando cominciò la ricostruzione a livello mondiale, era ormai pronta a cambiare passo.

Fu nell’immediato dopoguerra, alla fine del 1945, che la svolta arrivò, con la decisione di creare una propria squadra professionistica di alto livello. Decisione dai risvolti patriottici, con il sostegno totale della squadra alla città di Trieste, ancora contesa tra Italia e Jugoslavia, che sfocerà nell’aggiunta di “Triestina” al nome Wilier. Ma soprattutto una sfida a livello agonistico in un contesto unico: la squadra di Dal Molin si lancerà difatti nel ciclismo professionistico nel 1946, anno del primo attesissimo Giro dopo la lunga pausa bellica, in un panorama ciclistico dominato dal duello tra due campioni fuori dal comune e consegnati alla storia, tali Gino Bartali e Fausto Coppi. L’ingresso in scena fu all’altezza della situazione: la nuova squadra Wilier Triestina, baluardo del patriottismo italiano, in sella a biciclette di un color “rame” mai visto prima e guidata dal capitano Cottur, campione triestino, si presentò nel migliore dei modi, aggiudicandosi la prima tappa. Altre vittorie seguiranno nell’arco di cinque anni, tra le quali spicca quella del Giro nel 1948, ad opera di un altro campione che la storia celebrerà, Fiorenzo Magni. Nacque così il mito de “La Triestina” e della sua livrea “ramata”, che fece conoscere al mondo intero la Wilier Triestina, gioiello italiano ma dal nome straniero, enigma brillantemente risolto dall’acronimo che un giorno qualcuno cominciò a far circolare: “W Italia LIbera E Redenta”. L’avventura fu intensa ma breve. La diffusione dei veicoli a due ruote motorizzati mise in crisi l’azienda, costringendo Dal Molin a cederla nel 1952 e ponendo di fatto fine alla produzione delle biciclette.

La fabbrica rimase inutilizzata per 17 anni, venendo rilevata nel 1969 e subito proposta ai fratelli Gastaldello che ne aquistarono il marchio. Iniziava così la seconda vita di Wilier Triestina, una sfida non da poco, con numerose innovazioni tecniche importanti registrate durante il periodo d’assenza e molte altre ancora a venire. La nuova produzione vide inizialmente bici in acciaio senza colori particolari, dettati più che altro dai gusti del mercato. Per fortuna, dopo poco tempo venne finalmente reintrodotto il tipico color “ramato” che tanto aveva fatto sognare qualche decennio prima, decisione che contribuì a far rivivere il mito e a far crescere l’azienda negli anni seguenti. Nel 1989 i fratelli Gastaldello seguirono strade diverse: sarà Lino a sviluppare la Wilier Triestina moderna, orientandola verso nuovi materiali di produzione e, a partire dalla metà degli anni ’90, verso il ritorno al professionismo, che vedrà in sella campioni come Marco Pantani e Davide Rebellin.

 – – – – – – – – – – – – – – – – – –

1 https://wilier.com/story/it/
2 Archivio Storico Dal Molin: https://www.archiviostoricodalmolin.com/storia-di-una-passione

 

Modelli e Caratteristiche
Presto disponibile…

Welcome to the Wilier Triestina Register. If you wish to contribute and register your bike, please read our guide on requirements and modalities, and e-mail us at wilier@registrostoricocicli.com, registration is free of charge. To present your bikes, simply discuss or request general information, please contact us on the RSC Wilier Triestina Facebook Group. Assistance and information via e-mail are reserved for registered members.

History

Wilier Triestina was among the first Italian bicycle manufacturers, one of the oldest still running today, even at competitive level. Fortunately, the company itself provides detailed information about its history1, a long and rich one, intimately intertwined with the many political and social events that have taken place since the beginning of the 20th century. As a simplification, we can divide it into three main periods: from the early 1900s to the Second World War, the post-war years and the new era from 1970 until today.

It all started in 1906 with Pietro Dal Molin2, a merchant and craftsman from Bassano del Grappa. It was the beginning of the new century, an age marked by profound changes in the wake of the industrial revolution, the bicycle still the prerogative of the few but increasingly asserting itself, dragged along by the first official competitions. Dal Molin sensed the potential and decided to launch his own cycle production business, acquiring for it a struggling, half-known English brand called Wilier. The intuition was right, the new bicycles were praised and production gradually grew, so that after almost ten years from the creation of the factory, Dal Molin could boast an industrial scale activity well under way. Inevitably, with the outbreak of the First World War, production slowed down, but the company managed to overcome the difficulties, eventually arriving at the end of the conflict ready for a fresh start. Mario Dal Molin took the reins of the company, succeeding his father Pietro and establishing ‘Ciclomeccanica Dal Molin’. Business continued to thrive in the following years and the company managed to survive through the Second World War, despite the bombing damage. By the time the world-wide reconstruction began, it was ready for a change of pace.

It was in the immediate post-war period, at the end of 1945, that the turning point occurred, with the decision to create a high-level professional team. It was a decision with patriotic tones, as the team fully supported the city of Trieste, still disputed between Italy and Yugoslavia, which led to the addition of ‘Triestina’ to the Wilier name. But above all, it was a challenge at a competitive level in a unique context: Dal Molin’s team would in fact make its entrance into professional cycling in 1946, the year of the first much awaited ‘Giro’ after the long wartime break, in a cycling scene dominated by the duel between two extraordinary champions consecrated to history, Gino Bartali and Fausto Coppi. The new Wilier Triestina team, a bulwark of Italian patriotism, riding bicycles in a ‘copper’ colour no one had seen before and led by captain Cottur, a champion from Trieste, introduced itself in the best of ways, winning the first stage. Other victories were to follow in the space of five years, among them the ‘Giro’ in 1948, by another champion celebrated by history, Fiorenzo Magni. Thus were born the myths of ‘La Triestina’ and ‘ramata’, the copper-plated livery, which made Wilier Triestina known to the world. An Italian jewel bearing a foreign name, enigma that someone someday brilliantly solved through the acronym: ‘W Italia LIbera E Redenta’, meaning long live Italy, liberated and redeemed. The adventure was intense but brief. The spread of motorised two-wheelers weighed heavily on the company, forcing Dal Molin to sell it in 1952 and effectively putting an end to his bicycle production.

The factory remained unused for 17 years, being taken over in 1969 and immediately offered to the Gastaldello brothers, who purchased the brand. Thus began the second life of Wilier Triestina, no small challenge, with several important technical innovations recorded while it was on halt and many more to come. The new production initially saw steel bikes with no particular colours, mainly chosen according to market tastes. Fortunately, after a short time the typical ‘ramato’ colour that had made people dream a few decades earlier was finally reintroduced, a decision that contributed to reviving the myth and growing the company in the following years. In 1989, the Gastaldello brothers followed different paths: it was Lino who developed the modern Wilier Triestina, orienting it towards new production materials and, from the mid-1990s onwards, towards a return to professionalism, with champions such as Marco Pantani and Davide Rebellin.

 – – – – – – – – – – – – – – – – – –

1 https://wilier.com/story/en/
2 Archivio Storico Dal Molin: https://www.archiviostoricodalmolin.com/storia-di-una-passione

Models & Characteristics
Available soon…

Modello

Model
Anno

Year
N. Telaio

Frame no.
Proprietario

Owner
Dettagli e Foto

Details & Pics
Extra Lusso 1940 ca 2250 Leonardo Martini Wilier n° 013
Corsa 1947 215 Max Rubix Wilier n° 002
Corsa ca. 1949 9236 Guillermo Maglione Wilier nº 017
Corsa 1950/52 //// Wilier Triestina Wilier nº 009
Corsa 1974/75 //// Simone Fucina Wilier n° 006
Pista 1976 //// Wilier Triestina Wilier n° 010
Gran Sport 1982 0022 Paolo Guarise Wilier nº 015
Corsa 1982 //// Andrea Bardo Wilier nº 019
Corsa 1983 50° N.14098 Paolo Guarise Wilier n° 001
Corsa 1983 //// P. Farnararo Wilier n° 004
Corsa 1985 //// Paolo Guarise Wilier nº 014
Corsa 1985 50° N.12607 Paolo Guarise Wilier n° 003
Denti 1985 ////
Paolo Guarise Wilier n° 018
Corsa 1986 //// Paolo Guarise Wilier n° 008
Super Leggera 1986 0165 Paolo Guarise Wilier n° 016
Corsa 1986/87 //// Roberto Menon Wilier nº 007
Corsa 1987 //// Paolo Guarise Wilier n° 011
Corsa 1987 //// Paolo Guarise Wilier n° 012

 

 

I contenuti di queste pagine non possono essere copiati, duplicati, distribuiti, venduti o altre similari a scopo commerciale senza il nostro consenso. La violazione della normativa sul diritto d’autore determina reati perseguibili a norma di legge.

The contents of these pages may not be copied, duplicated, distributed, sold or any other action for commercial purposes without our consent. Infringement of copyright law results in offences punishable by law.