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Coppi Fausto

LE BICICLETTE DI COPPI

Tratto da:  http://bicicloide.blogspot.it  per gentile concessione di Paolo Amadori

IL PRIMO VOLO DELL’AIRONE

Il 2 gennaio di cinquant’anni fa si spegneva il più grande campione di ciclismo di tutti i tempi.
Ma per noi è Fausto Coppi è ancora vivo. Ha novant’anni e abita nei nostri cuori e nei sogni di ogni ragazzo che sale su una bicicletta.
È per questo che più che la commemorazione della morte (l’Africa, la malaria, l’agonia, l’imperizia dei medici… di questo parleranno tutti…..) vogliamo raccontare la “nascita” del Campionissimo. Vogliamo raccontare quel Giro d’Italia 1940 che vide l’affermazione di un giovane appena ventenne, contro tutti i pronostici e contro gli unanimi pareri degli esperti.
Vogliamo raccontare anche di quei campioni che, pur nella semplicità e nella modestia, seppero coinvolgere le folle infinitamente più di qualsiasi altro evento sportivo.
Vogliamo ricordare i protagonisti di quel Giro d’Italia; una teoria di facce piene di fatica, di gioventù; schiette facce “da ciclismo”, ricche di vigore, sincerità e correttezza. Per gli italiani dell’epoca rappresentarono un fulgido esempio di rettitudine e moralità, il fiore di una generazione presto perduta nei gorghi maligni e venefici di una guerra assurda voluta dall’Impero del Male. Per l’Italia degli anni Trenta quei meravigliosi giovani che vissero con la speranza nel cuore e con le ali ai pedali furono stimolo alla voglia di sognare che, purtroppo, fu ben presto annichilita dal tragico conflitto che si andava apparecchiando. Infatti, per un centinaio di giovani che si apprestavano all’annuale cimento sportivo più importante d’Europa, tanti altri, molti di più, anzi troppi di più, si armavano e venivano spinti ad un’era di guerra, di violenza e di prevaricazione: epoca in cui una forza ottusa ed intollerante doveva dominare sul libero mondo delle idee e del dialogo.
Il Giro agonisticamente si mette subito male per la Legnano del direttore sportivo Eberardo Pavesi: Bartali cade nella discesa della Scoffera e si infortuna gravemente. Pare che non sia più in grado di proseguire. Ma la grinta agonistica del toscano prevale sui cerotti e la sua corsa continua. Sale allora in cattedra un coequipier di Gino, il cremonese Pierino Favalli il quale prende la maglia rosa. Poi gliela strappa di dosso lo scalatore torinese Enrico Mollo dell’Olympia, ma, inopinatamente, con la regia di un Gino Bartali a mezzo servizio ma più che mai uomo squadra, un giovanissimo segaligno e timido, dalla faccia aguzza e dal sorriso timoroso, quasi diventa un gigante e conduce a Milano un “Giro” che si rivela interessantissimo, incerto e combattuto: un “tutti contro tutti” dalle mille sorprese e verità.
Coppi, l’ancora sconosciuto Fausto Coppi, si erge a vincitore, sorprendente ma meritevole. Il suo è il successo inaspettato di un ragazzo, quasi di un “cucciolo”, la vittoria di un campione ancora in fieri: il primo, grande, volo di un meraviglioso “Airone” Ma, come ricorda la “Gazzetta” nel giorno del trionfo, è pur sempre e principalmente un “coscritto” e tanto basta per capire in che clima sta vivendo lo sport, ma in generale tutta una nazione, anzi un intero continente. Fatto quanto mai emblematico, il giorno seguente la conclusione di quel “Giro”, l’Italia entra in guerra: la Storia, la nostra Storia, non sarà più quella di prima. L’Italia, la nostra Italia, morirà ma, splendida Araba Fenice, saprà risorgere dalle sue macerie e dalle sue ceneri.In questi ultimi anni il clima in cui si muove il ciclismo del Duemila non è così drammatico ma è altrettanto sconcertante e amaro. Il “fenomeno doping” e l’insipienza dirigenziale sta martoriando ed uccidendo il ciclismo quasi come i bombardamenti e quasi come una guerra, una tragica e stupida guerra.
Ma come miracolosamente successe per l’Italia al termine della “Seconda Guerra Mondiale”, ci aspettiamo tutti, prima o poi, una vera, autentica rinascita.

Carlo Delfino

Il libro IL PRIMO VOLO DELL’AIRONE
di Carlo Delfino e Giampiero Petrucci
248 pagine più di 150 immagini in buona parte inedite
Edizioni BradipoLibri Torino


Tratto da:  http://bicicloide.blogspot.it  per gentile concessione di Paolo Amadori

Recensione del libro: FAUSTO COPPI BIANCHI BYCICLES

di Paolo Tullini e  Paolo Amadori

Tanto è stato scritto su Fausto Coppi come corridore e come uomo, la sua morte, il suo mito.

Il libro illustra un aspetto nuovo;  il rapporto del Campionissimo con il mezzo meccanico “la Bicicletta”,  i componenti utilizzati,  i meccanici, ecc. Partendo alla ricerca delle biciclette Bianchi usate da Fausto Coppi abbiamo fotografato, misurato, confrontato quello che viene considerato il tesoro dai collezionisti di memorabilia coppiane: le sue biciclette.

Questa ricerca durata due anni ha portato alla catalogazione di 12 biciclette Bianchi originali, 1 Masi e la Legnano del record dell’ora, tutte usate dal Campionissimo con le loro storie di imprese leggendarie. Raccontiamo  il rapporto di Coppi con il meccanico Giuseppe De Grandi (detto Pinella o Pinza d’oro), la tecnologia offerta e prodotta  dal mercato nel periodo d’oro del ciclismo.

Alcuni temi del volume

1.       I Registri del reparto Corse Bianchi (importanza di un ritrovamento)

Il ritrovamento da parte nostra dei Registri del Reparto-Corse Bianchi è un dato storico eccezionale. E’possibile ora scrivere la storia della Casa Milanese partendo da documenti originali.

2.       Schede tecniche relative a 14 biciclette di Fausto Coppi

Le biciclette Bianchi usate da Coppi? 70, non una di più non una di meno. 12  schede tecniche di queste biciclette, visionate, misurate, raccontate: dalla prima costruita alla fine del 1945 per la stagione 1946 fino all’ultima costruita il 24 ottobre del 1958 con schizzi, dati tecnici, foto dei particolari  che bene rappresentano le 70  biciclette di Coppi da pista e da  strada.

3.       Le vittorie del Campionissimo ed  i modelli di Produzione Bianchi: Folgore – Parigi Roubaix – Tour de France – Campione del mondo

Tra i collezionisti di biciclette Bianchi in tutto il mondo sono i modelli più ricercati. Dai cataloghi originali,  le caratteristiche tecniche, le foto,  per tutti coloro che sono alla ricerca del pezzo giusto mancante per i  loro restauri.

4.       I segreti di “Pinella”

Giuseppe de Grandi detto anche “Pinella”, è stato il più noto tra i meccanici del ciclismo italiano.

Nato a Torino nel 1908 iniziò la sua carriera nella Frejus nel 1933. Approdò alla Bianchi nel 1951 (Coppi lo volle con sé) come capo-meccanico e diventò negli anni ’60 Direttore sportivo. 

E’ deceduto nel 1981. 

I suoi racconti con dati tecnici sulle biciclette di Coppi, i rapporti usati  e altre cose, sono il culmine del  volume.  

5.       Foto inedite del Campionissimo

Coppi in bicicletta (molte foto inedite) accompagnano non solo le schede tecniche ma tutto il volume.

6.       Interviste:

Alberto Masi            (costruttore)

Giuseppe Drali   (ultimo meccanico a custodire  i ricordi del ciclismo anni ’50),

Fiorenzo Crippa       (gregario del Campionissimo) 


Tratto da:  http://bicicloide.blogspot.it  per gentile concessione di Paolo Amadori

FAUSTO COPPI – RAPPORTI USATI AL TOUR DEL 1949

Storia ignota quella dei “rapporti” usati dal Campionissimo sulle sue Bianchi.

Dati tecnici e storici importanti per conoscere il ciclismo del periodo d’oro. La sinergia tra il corridore e la sua bicicletta si esplica nel rapporto usato che lo spinge oltre il traguardo in un impeto d’ala, di sofferenza e di gioia.

La vittoria di Coppi al Tour del 1949 vista nei rapporti da lui usati tappa per tappa fino al trionfo di Parigi sono il simbolo del connubio tra due “Campioni”, Coppi e la Bianchi.

Parigi  – Reims  Km. 182

47/50    15-16-17-19-22

Reims – Bruxelles  Km. 273

47/50    15-16-17-19-21

Bruxelles – Boulogne Km. 211

47/50    15-16-17-19-21

Boulogne – Ruen Km. 185

47/50    15-16-17-19-21

Ruen – San Malò Km. 293

47/50    15-16-17-19-21      (Coppi caduto)

San Malò – Le Sables Km. 305

47/50    15-16-17-19-21

Le Sables – La Rochelle km. 92

47/50    15-16-17-18-19     (cronometro 1° Coppi 2° Kubler 3° Vanstemberghen)

La Rochelle – San Sebastian Km. 228

47/50    15-16-17-19-21

San Sebastian – Paù  Km. 191

47/50    15-16-17-19-21       (Colle d’Ispegy)

Paù – Luchon  Km. 193

47/50    15-17-20-23-24      (Colli Aubisque-Tourmalet-Aspin-Peyresourde)

                                                         (pedivelle da 180mm. e ruote in legno)

Luchon – Tolosa  Km. 134

47/50    15-16-17-19-21

Tolosa – Nimes  Km. 289

47/50    15-16-17-19-21

Nimes – Marsiglia  Km. 199

47/50    15-16-17-19-21

Marsiglia – Cannes  Km. 215

47/50    15-16-17-19-21

Cannes – Briancon  Km. 274
47/50    15-17-20-23-24           (Colli d’Allos-Izorad-Vars 1° Bartali 2° Coppi soli)
(pedivelle da 175mm. e ruote in legno)
Briancon – Aosta  Km. 257
47/50    15-17-20-23-24           (Colli Monginevro-Moncenisio-Iseran
piccolo s.Bernardo)
(pedivelle da 175mm. e ruote in legno)

Aosta – Losanna  Km. 265
47/50    15-17-20-23-24           (Colli Gran s.Bernardo-Des Mosses)
(pedivelle da 175mm. e ruote in legno)
Losanna – Colmar  Km. 280
47/50    15-16-17-19-21            (Colli La Vue des Alpes-Bonhomme)
(pedivelle da 175mm. e ruote in legno)
Colmar – Nancy  Km. 137
47/50    15-16-17-18-20           (Cronometro individuale)
Nancy – Parigi  km. 340
47/50    15-16-17-19-21            (1° Coppi 2° Bartali)

di Paolo Amadori
Fonte: Pinella de Grandi

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