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Ricostruire i pedali Bianchi anni 40 e 50

Un bel tutorial di Ferdinando Rondin per ricostruire i pedali utilizzati dalla Bianchi da corsa negli anni 40 e 50 partendo dai corpi pieni Sheffield sui quali montare le  barchette sagomate in alluminio. Di seguito le foto e le istruzioni per i pedali adatti alla Folgore, ma con lo stesso procedimento è possibile realizzare anche il modello “smussato” per Roubaix, TdF ecc.  (lo stesso autore li ha già realizzati per la sua Campione del Mondo come testimonia la foto all’inizio dell’articolo).

Si parte dalla realizzazione di una mascherina in carta riproducente la sagoma della barchetta.

Si applica con un po di grasso su un piatto di alluminio da 40 x 3 mm facendo attenzione che coincida la parte inferiore della sagoma con il filo del piatto.

Si ripulisce l’eccesso di grasso e si spruzza con vernice nera.

Poi si procede con la realizzazione di piccoli fori per l’introduzione della lama del seghetto da traforo (vanno benissimo le lame per legno) dopodiché’ si forano le varie finestrelle nere poi si rifinisce il tutto con piccole lime ad ago di varie forme. Si parte dalla parte inferiore.

I 4 fori quadri vanno eseguiti rispettando la misura dell’interasse fra le due flange, misurato sulla zona centrale del corpo pedali in ferro.
Misura esterna fra le flange meno spessore di una flangia = interasse flange.

I denti vanno eseguiti per ultimi per lasciare sempre disponibile la parte superiore del piatto per rilevare le varie corrispondenze del parallelismo ed equidistanza delle figure.

>Prima si esegue una metà della gabbietta che poi verrà usata come riscontro per la seconda esecuzione, fissando con due viti, su parti ancora non segate, le due singole parti.

Si prende la seconda metà già fatta e la si posiziona, ruotata in modo che appoggi sulla parte non ancora eseguita della prima metà, si segna con una punta di acciaio e si procede a costruire anche la terza metà, in questo modo si hanno parti perfettamente identiche anche perché, nel frattempo, le parti verniciate si saranno rovinate con la manipolazione.
Così via anche per la quarta. Attenzione solo alle estremità che sono differenti.

Lo spessore al centro dietro serve a permettere di infilare le dita per procedere con la curvatura.

Sui fianchi e sul centro della parte superiore della sagoma in legno occorre segnare dei riferimenti che serviranno ad inquadrare bene la piega, in questo modo i fori quadri collimeranno alla perfezione con gli innesti da ribattere delle staffe.

La piastrina dietro aiuta a sistemare la barchetta in orizzontale, appoggiare un profilato sopra la ganasce della morsa e la piastrina e controllare con un calibro che la distanza fra i denti ed il piano dei profilati sia la stessa nei due lati.

La piastrina serve per dare la possibilità di andare a misurare piu esternamente possibile per cui più lunga è e meglio è. Naturalmente occorre metterla in bolla.

Alla fine si procede con l’esecuzione dei denti e del taglio delle altre sezioni. Rifinitura, piegatura con sagoma in morsa, ribattitura dei ribattini preventivamente risanati ed il gioco è fatto!!

Di seguito la dima utilizzata per il taglio:

Disponibili a 25€ per i soci e gli iscritti che ne facciano richiesta all’indirizzo bianchi.corsa@registrostoricocicli.com  i file dei disegni per CAD, facilmente modificabili per adattarli alle diverse dimensioni dei corpi pieni Sheffield da 54 o 56 mm.

Buon lavoro!

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