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Recuperare un telaio riverniciato

Capita spesso di trovare vecchie bici rimaneggiate e riverniciate.

In genere la verniciatura, sopratutto sui telai corsa, è dovuta a modifiche sui telai, saldatura di supporti, occhielli per cavi, passafilo ecc., un “aggiornamento”  piuttosto comune quando, negli anni 70 e 80 vennero introdotti componenti integrati al telaio al posto di fascette strette con dado. In questi anni molte bici nate in precedenza furono ammodernate, si trattava di oggetti di lavoro, usati per spostarsi, senza nessun valore, solo antiche bici da usare ancora.

Quindi può capitare di trovare una vecchia signora degli anni 50 con supporto cambio saldato all’obliquo, occhielli per guaina freno aggiunti al tubo orizzontale, passafili  sulla scatola del movimento centrale ecc. Tutte modifiche che hanno comportato saldatura di parti quindi riverniciatura del telaio.  In questi  casi purtroppo occorre sverniciare, dissaldare le parti aggiunte e rifare da zero la bici, non si riesce a recuperare lo stato originale.

Nei casi più fortunati invece si trovano bici con i componenti originali e con telai riverniciati, per gusto dei precedenti proprietari, perché le mode sono cambiate o perché la vernice  si era rovinata, alcune parti presentavano ruggine, o il telaio aveva preso qualche colpetto quindi una mano di stucco e via!

In questo caso, sotto alla “nuova” livrea potrebbe esserci di tutto. Un telaio sabbiato, tracce di vecchia vernice (a piombo, solvente nitro) l’intera verniciatura originale con grafiche irrimediabilmente danneggiate dai solventi del nuovo strato coprente o, nei casi più fortunati, una bici quasi intatta, con molti segni del tempo ma tutto sommato integra.

Andiamo a raccontare qualche caso fortunato (col tempo e l’esperienza si capirà che la fortuna bisogna anche saperla indirizzare un minimo, perché ci sono segni che fanno capire se “sotto” c’è ancora qualcosa o no)…



La bici in esame, una Bianchi Paris Roubaix del 1951 si presentava quasi completa, molto modificata rispetto all’originale, probabilmente per volontà del primo proprietario.

Modifiche a parte (cambio e deragliatore Simplex al posto dell’originale Campagnolo, una doppia anteriore al posto dell’originale singola, ruote con mozzi forati e 36 raggi al posto degli originali 32-40) la bici è completa e può essere rimontata con i pezzi rinvenuti. Colore a parte. Perché si presenta di un verde chiarissimo, molto lucido e compatto, non troppo spesso. Che non ricorda neppure da lontano l’originale celeste Bianchi.


Eppure, dicevamo, la fortuna.. Si perché sotto al verde si sentono al tatto le grafiche sul tubo obliquo.. Si, sotto potrebbe esserci ancora la vernice originale con le scritte dell’epoca, quello che serve per riportarla alla luce senza dover rifare tutto, senza creare uno strano ibrido con pezzi consumati e vissuti e vernice lucida, troppo lucida, con scritte e aquile adesive che, anche se qualcuno le ricostruisce molto bene, sono sempre troppo spesse, troppo perfette, troppo diverse dalle decals originali.

Beh, allora ci proviamo, proviamo a sverniciare con un solvente chimico, per sabbiare si sarà tempo se dovesse venire male o se “sotto” non ci fossero le scritte giuste ma qualcosa magari appiccicato nel 1970. Sverniciatore chimico, si perché questa vernice non è a bomboletta, il solvente lo sente poco, diventa appena molle ma non si stacca. Servono maniere forti purtroppo, speriamo che il fondo tenga.


Esistono molti solventi e sverniciatori, aggressivi, in grado di staccare anche vernici bicomponente, o più leggeri. In questo caso la scelta è ricaduta per un prodotto originariamente nato per sverniciare tapparelle in legno. Non puzza non sembra aggredire troppo in profondità, ma dopo qualche test ha dimostrato essere adatto a questa vernice, che viene via molto facilmente dopo una sola applicazione.


Sotto però c’è una ulteriore sorpresa, uno strato di fondo più tenace rispetto allo smalto di finitura. Serve un altro passaggio con  lo sverniciatore, che agisce solo in parte.


Con una spazzola metallica allora si procede a “rigare” il fondo, senza andare troppo in profondità per non intaccare la vernice originale, solo per aumentare la superficie di contatto con lo sverniciatore e sperare che penetri meglio. E funziona. Il fondo viene via con una spatola e molta pazienza, scoprendo la “vera”  bici, nascosta sotto.


Ma anche provini di vernice, macchie, sporcizia. Il fondo era stato dato senza preparare, piano piano il fondo ammorbidito viene via con la lama di un taglierino e molta calma, scoprendo le scritte e i segni del tempo, una vernice certo segnata e mancante in alcuni punti ma tutto sommato completa e in discrete condizioni!


A questo punto con carta e solvente nitro si tolgono le ultime imperfezioni, i provini di colore, lo sporco.

Occorre procedere con calma, cambiare spesso la carta per non sporcare le parti già pulite. Andare piano e non esagerare col solvente, che rovina le decals e a lungo andare anche la vernice originale, che dobbiamo salvare a questo punto! Meglio un pò di sporco in più, un segno, anche un alone, piuttosto che compromettere quello che resta della livrea originale.


Ora si può passare al polish, per uniformare la vernice, lucidare togliere qualche riga. Evitare di insistere troppo su decals e scritte perché verrebbero via, arrivare ai bordi e fare molta attenzione.

Sorprendente, la vecchia vernice brilla ancora, è ancora lucida, col tratto inconfondibile del lavoro originale, fatto indubbiamente con materiali di qualità su un fondo preparato alla perfezione. C’è pochissima ruggine, la cromatura aderisce al metallo, erano mezzi fatti per durare cento anni, e succederà!


Pensiamo anche a pulire e lucidare le cromature con un prodotto specifico.

Nel caso di bici più rovinate, ruggine, sporco, è opportuno per questo passaggio seguire questo tutorial su come lucidare le cromature.


Adesso si proteggono le decals, una mano leggera di vernice Dammar, creerà un velo protettivo ed eviterà che si stacchino altri pezzi.


Ultima mano, non indispensabile ma che dopo tanto lavoro è opportuna, uno strato di cera d’api. Proteggerà il lavoro, renderà facile spolverare la bici, e luciderà il tutto senza farlo  apparire artificioso.


Bentornata!

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